30 dicembre 2009

what music do you like? (aka: disavventure musicali del giovane alekos)

Ancor piu’ che la lingua inglese, ritengo la musica un mezzo di comunicazione efficace ed immediato tra persone di nazionalita’ e cultura diverse. Per trasmettere messaggi o emozioni, una nota azzeccata puo’ valere piu’ di mille parole.

All’interno di una Babele multietnica quale e’ Edimburgo, cosi’ come molte altre dinamiche capitali europee in cui ogni giorno si possono conoscere persone di altre nazionalita’, la musica e’ mezzo di conoscenza senza pari, nonche’ uno dei primi argomenti di discussione. Rimango sempre affascinato di come conoscere bene una persona voglia anche dire acquisire un poco del suo bagaglio musicale, un prezioso interscambio che dimostra come la diversita’ collettiva porti alla ricchezza personale.

E cosi’, parlando di musica con ragazzi da mezzo mondo, ho piu’ volte visto dissolversi miti che mi ero creato nel mio piccolo angolino del pianeta dove fino a pochi mesi fa vivevo, in un miscuglio di stereotipi distrutti e di piccole sorprese. Gruppi che ritenevo storici sono finiti per essere completamente ignorati, cosi’ come piccole band possono risultare piu’ famose del previsto.

Eccovi una carrellata delle personalissime peripezie musicali vissute ad Edimburgo.

.

  • great expert of Polish traditional folk music

L’unico gruppo polacco che conosco sono i Trebunie Tutki, band di musica folkloristica che usualmente suona indossando vestiti passati di moda da oltre cent’anni ed il cui pubblico pare non avere meno di 80 anni. Ora, non che io sia un esperto di musica tradizionale polacca, il fatto e’ che il mio genere preferito e’ il reggae, ed una band di questo genere, i Twinkle Brothers, anni fa fece una famosissima collaborazione con appunto i Trebunie Tutki, producendo un risultato artistico di grande pregio, una miscela senz’altro azzeccata in cui rastoni afro ballano insieme a musicisti di tutt’altre radici. I miei conoscenti polacchi ignorano questa collaborazione, ecco perche’ quando dico loro che conosco i Trebunie Tutki mi guardano con un’espressione tra il sorpreso ed il deluso.

La stessa faccia che presumibilmente farei io se qualche ragazzo italiano mi dicesse di essere un accanito fans di Raoul Casadei e la sua Orchestra del Liscio. Currrrrrrrrrrva!!!

Link: Twinkle Brothers & Trebunie Tutki - King Lion (krolewskie nadania)



  • Californian girls don’t like punk music

Al pub con il mio coinquilino inglese, ce ne stavamo ad ascoltare musica tradizionale irlandese bevendo le nostre pinte, quando due ragazze della California riconoscono nel mio inglese un accento italiano (sigh!) e, dato che studiano in Italia, attaccano bottone. Il discorso va sulla musica, al che scatta in me l’associazione California = musica punk, creata forse erroneamente da un amico italiano che molto altezzosamente definiva il suo genere preferito come “punk californiano”. Effettivamente, devo riconoscere che dalla California vengono gruppi che hanno fatto la storia del punk-rock quali NOFX, Rancid ed Offspring.

- “For sure you will know NOFX!”, me ne esco io.

- “Sorry?”

- “NOFX! You know, that Californian punk band that made Punk in Drublic, known as one of the best punk compilation ever” rispondo io, strisciando leggermente sugli specchi.

- “Never heard, No-effects you said? Can you spell it?” ribattono loro.

- “Lasciamo perdere... anyway, do you like Edinburgh?”.

Link: NOFX - Lori Meyers



  • from Roma to Pais Vasco with ska

Nel mio girovagare tra i gruppi di periferia della scena ska-punk italiana, mi imbattei nel gruppo romano Banda Bassotti, tipico gruppo che non raggiungera’ mai la fama nonostante belle idee e canzoni piene di messaggi positivi. Un gruppo che pensavo fosse conosciuto da una cinquantina di persone (per lo piu’ amici e parenti), se non fosse che TUTTI i ragazzi baschi conosciuti ad Edimburgo...li osannano!!! Frutto di tanti concerti fatti da quelle parti e del loro messaggio. Ben fatto Bassotti!!!

Link: Banda Bassotti - Amore e odio



  • Fedele alla linea svedese

In uno dei party organizzato da amici in un pub del centro, mi presentano una ragazza proveniente dalla fredda Svezia. Tramite amici italiani mi dice di conoscere molto bene due gruppi italiani. “Oddio, ora mi tira fuori qualche pessimo gruppo tipo le Vibrazioni o giu’ di li’” penso tra me e me. Ebbene, la svedese mi lascia a bocca aperta: conosce Modena City Ramblers ma soprattutto CCCP Fedeli alla Linea!!! Sto svenendo. Si mette allora a cantare “Curami” dei CCCP, una delle canzoni che adoro, tipica nenia annichilente del gruppo punk emiliano anni 80, dove poche parole vengono ripetute all’infinito ed (apparentemente!!!) senza significato o nesso. Prendimi in cura da te - curami - curaaaaaaaaaami!

Non ho parole. La svedese e’ alta, bionda, occhi azzurri, pelle lattea...e mi sta cantando la canzone “Curami” che per me significa gran parte dell’adolescenza.

Capisco che la mia personalissima battaglia contro lo stereotipo dell’italiano che ci prova con ogni ragazza appena conosciuta e’ giunta alla sua prova piu’ impegnativa.

Decido allora che come minimo devo mantenere la dignita’ e non fare lo stupido.

- “Mi vuoi sposare?” le chiedo dunque per dimostrarle le mie serissime intenzioni.

- “Ma sei scemo? CURATI!!!” mi risponde lei.

E stavolta non credo facesse riferimento alla canzone.

Link: CCCP - Curami



  • Killing in the name of Feisbuc

Una delle classifiche musicali piu’ popolare in Gran Bretagna e’ senza dubbio la UK Christmas Chart, che premia la canzone piu’ scaricata nella settimana che precede il Natale. Tutto molto bello, se non fosse per il fatto che...negli ultimi anni in testa alla graduatotia ci sia finito qualche bell’imbusto di X Factor, programma in cui si cerca di creare in labortorio talenti musicali, e che la televisione italiana ha pensato bene di importare. Il fatto che il periodo clou del programma coincida con l’elezione della UK Christmas Chart, a me personalmente puzza di opportunismo. A quanto pare non sono l’unico a pensarla cosi'.

Grazie al noto social network Feisbuc, e’ nato infatti un gruppo che ha deciso di impegnarsi per far vincere la canzone "Killing in the name" di uno dei miei gruppi preferiti, i Rage Against the Machine. Canzone tra l’altro uscita nel 1992, quindi fuori da ogni logica di mercato il fatto che potesse vincere un concorso ben 17 anni dopo. I giorni della contesa sono stati alquanto frenetici, e la tensione aumentava all’avvicinarsi della proclamazione. All’apice dell’attesa, mezza UK si e’ incollata agli schermi. Arriva l’appuntamento da tutti atteso, ed ecco il presentatore annunciare: “The winner of the Christmas UK Chart 2009 is...Killing in the name by RAGE AGAINST THE MACHINE!!!”. Ovazione personale.

Ed ho pure rivalutato l’odiato Feisbuc, capace di fare lo sgambetto all’ignoranza di quel laboratorio che oggi giorno chiamamiamo con il nome di “industria musicale”.

Link: Rage Against the Machine - Killing in the name

26 dicembre 2009

the Hogmanay (aka: Capodanno ad Edimburgo)

Edimburgo e’, senza ombra di dubbio, una delle maggiori capitali europee per i Festival ed i grandi eventi: Beer Festival a maggio, Jazz Festival e Film Festival a giugno, International Festival per tutto il mese di Agosto.

Ma l’evento di gran lunga piu’ famoso e’ l’Hogmanay, ossia il Capodanno. Per salutare il 2010 sembra si vogliano battere ogni record organizzando ben cinque giorni di eventi (dal 29 dicembre al 2 gennaio) ricchissimi di appuntamenti. Si va dalla camminata d’apertura con le fiaccole (the River of Fire), agli spettacoli di musica tradizionale, ai giochi di luce nel Royal Mile, ai concerti del 31 e, per i piu’ impavidi, si finira’ con il bagno in mare del 1 gennaio.

Personalmente sara’ il mio primo Hogmanay quindi non so dirvi altro, per maggiori info visitate il sito ufficiale, o questo post di Mariabei col programma tradotto in italiano.

Vi lascio il filmato dello scorso capodanno.
Enjoy!

23 dicembre 2009

Maciste contro tutti

Non c’e’ nulla che mi faccia accorgere del passaggio del tempo come il cambio di stagione.

Al settimo complemese dal mio sbarco sopra il Vallo di Adriano, ecco che una dolce nevicata chiude un “caldo” autunno ed apre le porte al freddo inverno, dando una mano di bianco alla mia Edimburgo. Alberi a festa, Mercatini di Natale, la corsa di beneficienza dei Babbi Natale per la citta’. Penso ai luoghi ed a come cambiano. Il cucuzzolo dell’Arthur Seat, scalato in una giornata di sole, domina ora la citta’ col suo bianco cappello. Laddove fino a qualche mese fa mi stendevo ad osservare i gabbiani, ora c’e’ un recinto con renne.

E di recente la mail di un’amica tornatesene a casa, con la fotografia scattatami di nascosto quando a Luglio mi avventurai nel mare del Firth of Forth approfittando della bassa marea. Tre bambine biondissime dalla carnagione lattea, vedendomi dalla spiaggia, provarono a seguirmi. Tentai di attaccar bottone per strappare loro un sorriso, ma dopo qulche parola in stretto scozzese mi accorsi che era tentativo vano.

E tra una passeggiata sui marciapiedi ghiacciati ed il ricordo di una passeggiata nel mare, eccomi a tirare le somme dei miei primi sette mesi scozzesi. Sette mesi...temporanei. Amicizie temporanee, lavoro temporaneo, contratto (contratto?) temporaneo con agenzia di lavoro temporaneo che, con grande originalita’, si chiama the Temporary Agency. Mica male per chi ha lasciato tutte le sicurezze a casa. Ed allora mi chiedo: cosa cerco di permanente qui in Scozia? Posso/Voglio trovare qualcosa che duri in una citta’ dove tutto e tutti sembrano di passaggio? Si puo’ ascendere in virtu’ di una forza che e’ discendente?

Mi vengono in mente le parole di una conoscente che emigro’ in Irlanda, a Cork, allorche’ mi regalo’ un bel consiglio: "Non aspettarti tutto subito" mi disse "nel mio caso raccolsi solamente dopo un annetto i frutti di quanto seminai all’inizio".

Cosa ho seminato finora? Penso ad ogni CV mandato, ogni mano stretta, ogni Nice to meet you come un piccolo semino buttato sulla terra, ed in attesa che germogli mi metto alla finestra ad osservare il cambio di stagione. Non ho fretta, sebbene la mazzata che a cadenza mensile si mangia un poco delle mie finanze mi consiglierebbe ad averne un poco, mettendo un ostacolo tra i miei sogni ed incentivando la paura di rinnegare il mio faccio-tutto-da-solo-senza-chiedere-a-nessuno.

Ecco cosa sono: un tronco di legno in mezzo al fiume che attende di vedere se la corrente lo portera’ verso una tremenda cascata od una sponda di felicita’. E nel fiume mi sono buttato da solo, stanco di vivere a riva in mezzo ad alberi tutti uguali.

Ed in attesa che la Madonna appaia, con le mance lasciatemi da qualche albero che all’apperenza e’ rimasto a riva (o si e’ buttato nel fiume come me ed trovato la sua sponda), mi concedo un’altra pinta di Deuchars al Royal Oak, mi rollo un’altra sigretta, piccoli piaceri che mi regalo in un altro giorno della mia vita temporanea.
Pictures: snow and reindeers at the Princess Street Gardens, a walk in the Firth of Forth

21 dicembre 2009

gettare l'Heart oltre l'ostacolo

La prima volta che vidi la mia squadra del cuore, gli Hearts of Midlothian, fu al Tynecastle di Gorgie contro il Celtic, 1-1 il risultato finale.

Anche la prima partita in trasferta degli Hearts e’ stata contro il Celtic al Celtic Park. Come documentai in un vecchio post, il Celtic nel finale ribalto’ il risultato: 2-1 il finale.

Nel frattempo la stagione dei maroon e’ stata piu’ che deludente, con la compagine di Edimburgo (classificatasi terza lo scorso anno) a lottare per la retrocessione, mentre gli storici rivali dell’Hibernian navigano nell’alta classifica. Sopra tutto i problemi finanziari, con il padrone Romanov che vendendo i migliori giocatori si sta dimostrando l’ennesimo magnate russo che nel nostro glorioso club vede solo business. Massimo rispetto invece per l’allenatore ungherese Csaba Lazlo (nominato miglior allenatore della Scottish Premier League 2009), pesantemente schieratosi contro il proprio presidente.

Cosa ha fatto Lazlo? Ha dato un ultimatum ai vertici alti del club (o mi date giocatori decenti entro Gennaio o me ne vado), ha messo fuori rosa chi non si impegnava ed ha proposto un squadra di giovani tra cui Robinson, a 16 anni il piu’ giovane debuttante della Lega.

Risultato? Gli Hearts ieri hanno regalato ai propri tifosi una storica vittoria proprio sul Celtic. Ecco come una TV araba ha festeggiato il gol vittoria di Ismael Bouzid, difensore nazionale algerino autentica rivelazione della stagione.
Ringraziamento pubblico ad Andy, che dall'Italia mi ha aggiornato sul risultato mentro ero al lavoro.

9 dicembre 2009

scrivo

Gli esami nella vita non finiscono mai, disse qualcuno piu’ famoso di me, e con questo spirito ho ripreso in mano carta e penna e sono tornato sui banchi di scuola: mi sono iscritto ad un corso di...Scrittura Creativa!

In fondo sto vivendo questa esperienza scozzese come un’altra opportunita’ capitatami (o meglio, fortemente voluta ed ottenuta) nella mia vita, quindi il tempo e’ propizio per seguire finalmente le mie passioni.

E tra le mie piu’ intime passioni nulla supera...la scrittura.

I temi in classe all’epoca del Liceo erano per me un inferno, come infernale immagino fosse per la mia professoressa doverli correggere. Mancavo di originalita’, scrivevo le piu’ grandi banalita’, ed i miei voti raggiungevano ben poche volte la sufficienza. Presumo che temi come le problematiche giovanili o il commento a delle poesie non mi hanno mai solleticato l’immaginazione.

E poi la svolta. Un mio amico lavorava per un quotidiano locale della mia provincia, quindi decisi di chiedere al redattore sportivo se potessi collaborare durante il week-end, giusto per unire scrittura e sport (seconda mia passione). Detto fatto, eccomi a commentare partite giovanili o di calcio dilettantistico, con la cronaca rigorosamente fatta al telefono parlando con i dirigenti delle squadre. Poi capito’ che il giornalista di una squadra militante nel campionato di Eccellenza si assento’ per una domenica, il redattore decise di darmi fiducia mandandomi per la prima volta a fare l’inviato al campo. Mi preparai tutta settimana, e l’articolo che scrissi al termine della partita fu davvero carino. Tanto carino che dalla stagione successiva mi trovai a fare l’inviato al campo tutte le domeniche. L’ambiente all’interno della piccola redazione della mia citta’ rimane tutt’ora una delle esperienze lavorative piu’ belle della mia vita: si lavorava, si scherzava, ci si aiutava nella scrittura, poi le correzioni, l’impaginatura...eccetera eccetera.

Successivamente collaborai anche per un altro quotidiano (dove vendevo pressappoco lo stesso articolo a due giornali diversi) ma soprattutto per una splendida rivista sportiva, nata dall’idea di un collega ma purtroppo naufragata per problemi economici.

Poi la pausa. Presa la laurea in Ingegneria, lascio il giornale e mi dedico ad una professione mai troppo amata ne’ tantomeno studiata con passione.

Ma la scrittura rimane. Scrivo sul blog della mia squadra di calcio ed apro addirittura una rivista personale, la memorabile Gazzetta delle Quade, distribuita gratuitamente ai mie amici.

Da qui si arriva al mio attuale blog, ma questa e’ storia recente.

La scrittura rimane dentro di me, cresce piano ed esplode quando mi rendo conto che non riesco a non descrivere tutte le emozioni e gli stimoli che sto vivendo qui ad Edimburgo. Diciamo che ogni persona o esperienza che mi capita...si becca sulla nuca una mia scrittura. Alcune cose le pubblico sul blog, altre molto piu’ intime le pubblico invece su spazi nella rete dove risulto anonimo. Senza parlare poi di cio’ che scrivo sulla carta igienica quando sono in bagno, o sulla carta del prosciutto in fila al supermercato...

Proprio ora e’ tarda notte, e vicino a me sta scrivendo la ragazza greca del mio coinquilino inglese. Mi dice che le e’ venuta in mente una cosa da aggiungere al suo essay, e fino a quando non la mette per iscritto non riuscira’ ad addormentarsi. La mia scrittrice preferita sosteneva che una poesia e’ uno starnuto di Dio: inutile trattenerlo, meglio liberarsene subito scrivendolo.

La speranza di pubblicare qualcosa non mi ha mai sfiorato la testa, per ora preferisco rimanere nel mio dilettantismo, regalando cio’ che descrivo alle persone che voglio. Cio’ non toglie che e’ nata l’esigenza in me di approfondire questo mondo e magari di migliorare.

Ecco allora il mio corso! Sono entusiasta perche’ penso sia la prima volta nella mia vita in cui studio qualcosa che mi piace davvero. Basta equazioni differenziali, basta meccanica razionale o tecnica delle costruzioni, basta vincoli ed iperstatiche. Finalmente studio la scelta delle parole, come trasmettere i sentimenti, come inventare personaggi e come descriverli in base ai loro dialoghi. Questi i contenuti del mio corso di Creative Writing.

Il corso, che svolgo presso lo Stevenson College, e’ secondo la modalita’ open learnig: non ci sono lezioni in aula, il college mi spedisce a casa le dispense d studiare e gli esercizi da svolgere, io rispedisco alla professoressa tramite mail le mie creazioni, che mi tornano con le correzioni e con un giudizio.

Il corso, tra parentesi, e' anche un eccellente modo per migliorare il mio inglese da un lato e per apprezzre meglio cio' che leggo dall'altro, aggiungo inoltre che lo sto frequentando gratuitamente grazie all’associazione ILA Scotland, alla quale consiglio di rivolgersi se siete qui e volete proseguire gli studi.

La docente e’ una scrittrice americana, che tiene questo corso come secondo lavoro, ma che tuttavia lo fa con estrema passione. Le ho appena mandato due compiti, e giusto stamattina mi sono trovato in posta una busta con i due esecizi che ho aperto con incredibile bramosia: tante correzioni ma soprattutto tanti spunti di riflessione su come migliorare i punti deboli.
Non mi sono mai sentito tanto motivato da un feedback ricevuto su un mio lavoro.

Mi sono venuti in mente alcuni miei professori al Regio Politecnico di Milano. Spesso anche per loro l’insegnamento era una seconda professione, come si vedeva dal loro assenteismo in aula e dai compiti fatti correggere ai dottorandi. In aggiunta si lamentavano della riforma universitaria italiana, cosa che non ho mai capito: rimango dell’idea che se qualcuno ha la passione di insegnare qualcosa, di sicuro c’e’ anche chi ha la passione di apprenderla.

E quando si parla di passione, cari professori miei, non c’e’ riforma che tenga.

Song: Fido Guido - No ne stonne

4 dicembre 2009

No Berlusconi day - Edimburgo


No Berlusconi Day Edinburgh - We will meet in front of the Italian Consulate, 32 Melville St, EH3 7HA, at 1,00 pm on Saturday the 5th of December to voice peacefully and colourfully our demand for the resignation of the Italian Prime Minister.
More info: noberlusconidayedimburgo@gmail.com

1 dicembre 2009

my Bonnie Edinburgh


Innanzitutto il titolo. Bonnie e’ una parola tipicamente scozzese che traduce l’inglese beautiful.

Il titolo mi e’ venuto in mente tornando a casa al termine di un’altra splendida giornata in quel di Edimburgo, una giornaata di quelle che mi fa capire quanto sia profonamente innamorato di questa citta’, una giornata di quelle che in cui realizzo quanto l’amore per un luogo possa rasentare l’amore per una donna. Una citta’ infatti ti abbraccia, non ti fa sentire solo, rispetta invece la solitudiine quando la cerchi, ti avvolge con le sue bellezze e ti sorprende con le sue inaspettate giornate.
Il mio Edimbro’ se ne era gia’ accorto tempo fa, e anche Joan, arrivata per il weekend dalla caotica Londra per una visita non troppo disinteressata, sembra essersi accorta del fascino della capitale scozzese.

Cos’e’ successo di tanto particolare in questo 30 novembre 2009, ovvero il giorno di St Andrew, patrono della Scozia? Niente di speciale, davvero nulla. Qui il patrono non e’ festeggiato con una grane parata (come Dublino a San Patrizio), ne’ portando per la citta’ l’effige di alcun patrono (come in qualche citta’ italiana). I negozi e gli uffici inoltre rimangono aperti, proprio come qualsiasi altro giorno dell’anno.

Ma tante piccole belle cose, nella mia Edimburgo di San Andrea, sono successe.

Innanzitutto Princess Street, arteria principale della citta’, e’ finalmente aperta. Finiti i lavori per il tram, nel bel vialone si puo’ ammirare lo spazio aperto e le corsie molto poco affollate, nei quali passano solamente i bus Double Decker. La cosa bella e’ che in tutte le vie dello shopping da me finora viste (Montenapoleone a Milano, Fifth Avenue a New York ed Oxford Street a Londra), si ha la sensazione di affollamento, con negozi e centri commerciali da ambo i lati. Princess street e’ invece diversa, si respira. L’evoluzione urbanistica della citta’ e’ stata infatti affidata ad un concorso pubblico, a vincerlo e’ stato il giovanissimo architetto James Craig (21enne figlio di un mercante eimburghese) nel 1766, il quale ha sbaragliato la concorrenza con un progetto semplice: Princess Street sarebbe dovuta essere riempita di edifci solamente da un solo lato. E cosi’ in effetti e’ stato.

Sul lato nord compaiono infatti negozi ed hotel di lusso, mentre su quello meridionale spazio...allo spazio.
Ecco allora che volgendo lo sguardo verso meridione si possono apprezzare la Galleria Nazionale, il monumento a sir Walter Scott, i giardini di Princess Street, ma soprattutto si vede la citta’ vecchia, il castello ed una facciata del Royal Mile.

Proprio tra New ed Old Town, a spezzare i Princess Street Gardens, ecco comparire i Christmas Markets. Per quanto odi il Natale, i mercatini sono piacevoli: si possono apprezzare profumi che mi ricordano casa. Salsicce, dolci e vin brule’. A farla da padrone gli stand bavaresi, che propongono prelibatezze di carne di maiale, i miei adorati pretzel...ma soprattutto Weiss, servita nel bichiere alto (da Weiss) con il frate Paulaner. Mica male.

Per finire, nel giorno di Sant’Andrea attrazione aperte gratuitamente al pubblico. Ecco allora che per la prima volta (shame on me) entro al castello, dove rimango colpito dal colpo d‘occhio sulla citta’.

Ciancio alle bande, eccovi una piccola presentazione dei posti sopra citati.



Un libro satirico sulla storia scozzese che sto leggendo, dal titolo Caledonication, descrive cosi’ la giornata di Sant’Andrea: “Saint Andrew became the country’s patron saint and his feast day, 30 November, is celebrated by being completely ignored”.

Tranquilla my Bonnie Edinburgh, io non ho ignorato la festa del tuo santo patrono!

26 novembre 2009

emozioni al Murrayfield

Sabato scorso mi sono trovato a lavorare al Murrayfield Stadium, il tempio scozzese del rugby, dove era in programma l’amichevole di preparazione al Sei Nazioni tra Scozia e Australia. Per me la prima volta che assistevo cosi’ da vicino ad una gara di professionisti.

L’atmosfera che si respirava al Murrayfield e’ stata un qualcosa di unico.

Innanzitutto il folklore. Giornata piovosa e gelida, ma i veri scotsmen si sono presentati allo stadio in kilt e maglietta della nazionale, un colpo d’occhio notevole.

Facendo paragoni col calcio, non e’ passata inosservata l’atmosfera di grande festa: proprio questo mi e’ sembrato l'incontro di rugby, una grande festa. Mettendomi a parlare con la gente, mi hanno stupito piu’ di una famiglia proveniente da tutta la nazione (Inverness, Aberdeen, e perfino le isole su al Nord!) con bambini al seguito, tutti a tifare la nazionale.
Ottima anche la presenza di Australiani, soprattutto quelli espatriati nel Regno Unito: un gruppo di Ozzies con cui ho attaccato bottone erano amici che vivevano a Londra, venuti ad Edimburgo in treno.

Ed a fine gara tutti insieme nel vialone che dallo stadio porta al centro citta’, con gli abitanti delle case laterali fuori dalla finestra a cantare l’inno nazionale!

Verso la meta’ del secondo tempo il manager ci concede di entrare allo stadio, emozione unica! Al di la’ della bellezza estetica del Murrayfield, all’interno tutti seduti composti a godersi lo spettacolo, cantando e sventolando le bandiere bianco azzurre.

A livello tecnico, la Scozia era avanti 9-3, ma negli ultimi minuti l’Australia ha premuto sull’acceleratore cercando di ribaltare all’ultimo secondo. Chi conosce bene il rugby, ben sa che quando si difende un risultato a fine gara e gli avversari attaccano, e’ una sofferenza unica. Proprio questo e’ successo: gli australiani hanno fatto un’azione offensiva di 5 minuti circa, muovendo l’ovale da destra a sinistra, da sinistra a destra, guadagnando centimetro su centimetro. A quel punto uno sventolio unico di bandiere scozzesi, fino al grido Scoooootland!!! Scoooootland!!!, come se il pubblico volesse respingere con le grida l’offensiva ospite.

Alla fine, l’Australia e’ riuscita a bucare il muro scozzese portandosi a meta ed accorciando le distanze: 9-8 per la Scozia a tempo oramai scaduto. Per il termine della gara mancava solo il calcio di trasformazione, con in palio i due punti che avrebbero potuto ribaltare lo score. Il giocatore australiano si appresta a calciare, stadio con il fiato sospeso, ed ovale che termina fuori dai pali di un nonnulla!!!

Scozia batte Australia 9-8!

Stavolta il grido e’ di gioia: Scoooootland!!! Scoooootland!!!

19 novembre 2009

Parliamo scozzese - LEZ. 1

Dopo sette mesi di permanenza in terra scozzese, eccoci giunti al capitol in cui mi metto sulla cattedra e cerco di darvi qualche consiglio su come parlare un perfetto scozzese!
Lingua strana lo scozzese, scicuramente piu’ dura e rude rispetto all’inglese studiato a scuola, ma sicuramente simpatico e...coinvolgente.

Pronti? Iniziamo dunque con qualche consiglio generale.

1- Parlate a velocita’ elevate. In mezzo ad una conversazione, immaginate di dover andare al piu’ presto in bagno a fare la pipi’, come se dovesse tagliarla corta con il vostro interlocutore.

2- Uso del fuck. Gli scozzesi ne abusano, in media dicono un fuck / fucking ogni cinque parole. Tale parola puo’ essere usata sia come esclamazione (What da fuck!) che come avverbio (Silent please! Are you still fucking talking?) che come aggettivo (I’m going to the fucking stadium).

3- L’uso prolungato del fuck ha come controindicazione il fatto che, quando la userete sistematicamente, sentirete il bisogno di qualcosa di piu’ volgare. Entreranno allora in vigore alcuni rafforzativi (come Get da fuck!, Fuckin Hell, Bloody fucking) di cui parlero’ nella prossima lezione.

4- Quando dovete rispondere SI’, mai dire YES. Qui in Scozia si dice Aye! Si pronuncia “ai”, e la a iniziale e’ piu’ lunga tanto piu’ il si’ e’ convinto (Did you do your homework? Aye!).

5- Se il vostro SI’ e’ veramente (ma veramente) convinto, potete unire le regole 2 e 4 rispondendo Fuck aye!

6- Quando fate un favore ed il vostro interlocutore vi ringrazia, mai dire You are welcome! Il vero scozzese risponde Nae bother! (leggi: ni’ boder), che corrisponde al nostro "Nessun disturbo".

7- Se invece il favour lo ricevete, non rispondete Thank you. Farete miglior figura rispondendo Cheers!

8- Ad inizio conversazione, dimenticate il How are you? Usate invece Hou fit doin’? o, se avete maggior confidenza, What’s the craic?
Alri modi per tradurre How are you?, usati spesso ma molto piu' rudi, sono: Hou ar ye? , Hou's aw wi ye? o meglio ancora Hou's it guan?

9- In ambiente internazionale, in cui fate molte conoscenze, il classico Where are you from? si trasforma in Where you fae?

10- Lo scozzese da’ pero’ il suo meglio nelle forme negative. No diventa Nea (leggi ni’), don't diventa dinnae (leggi dinne), can’t diventa cannae (leggi chenne) e did’t diventa didnae (leggi didni).
Esempi: How are you today? Nae bad! I cannae come to the library tomorrow. Did you have dinner yesterday? No, I didnea.

Per ora e’ tutto, in attesa della seconda lezione, esercitate l’orecchio ascoltando la versione scozzese di Star Trek.

14 novembre 2009

Risiko! memories (aka: maledetta Kamkacia!)


- Cambio la tris, metto i carroarmatini, ed attacco la Kamkacia dall’Alaska.

stupore e sgomento generale

- Sei uno stronzo!

- Vorrei i tre dadi rossi per l’attacco, grazie.

suspance

movimento di polso: 6-3-1

- Mi difendero’ fino alla fine

movimento di polso: 5-2

- Bene, un carroarmatino a testa.

- Ma che dici: 6 batte 5 e 3 batte 2! Via le tue due armate, prego.

- Il mio 2 e' in bilico, vorrei ritirare...

- Ma vaff...Ho vinto, il mio obiettivo era Distruggi le armate gialle, ma dato che nessuno le aveva (o che sono gia’ state eliminate da qualcun altro), con la Kamkacia ho 24 territori.

- Stronzo!!!

- Grazie...



9 novembre 2009

Autumn Test 2009

A partire da questo sabato, e per i prossimi tre sabati, ad Edimburgo c'e' in programma l'Autumn Test 2009 della nazionale scozzese di Rugby. Kick off alle ore 14:30.
Gare di assoluto prestigio: Scozia contro Fiji, Australia ed Argentina.

Se come me volete respirare l'aria del Murrayfield a prezzi popolari, contattatemi con i soliti mezzi di comunicazione (sms, mail, piccioni viggiatori...).

Biglietti a partire da 10 pounds, con sconti del 50% per studenti.

Io cerchero' di fare come a Dundee, dove mi spacciai per studente con la Carta Regionale dei Servizi.

See you there lads!


3 novembre 2009

I promessi sposi di Scozia

Pur non essendoci alcun dubbio sul fatto che il sesso sia un'attività molto più piacevole che guardare le partite di calcio, niente pareggi 0-0, niente trappola del fuorigioco, niente arbitraggi scandalosi, niente spiacevoli risultati dagli altri campi, e sei al caldo, i sentimenti che genera il sesso non sono nulla in confronto a quelli di una vittoria di un campionato all'ultimo minuto che ti capita una sola volta nella vita.

Questa frase dello scrittore e tifoso dell'Arsenal Nick Hornby (che condivido alla grande) e' un bel riassunto della filosofia del suo libro Fever Pitch, arrivato in Italia col titolo Febbre a 90 (da cui l'omonimo film).
Talvolta pero' la realta' supera ogni immaginzione, e ci dimostra come due passioni, il calcio e l'alcool, spesso possano precludere seriamente ogni altra passione, come la vita sentimentale appunto. La storia che vi sto per raccontare, assolutamente vera, ne e' un esempio.


Alaisdar e' un ragazzo scozzese di Aberdeen ma che vive a Glasgow, dove conduce una vita normale, tra ufficio, casa e pub. Le lunghe giornate passano tutte uguali, con gli intermezzi delle partite del suo Aberdeen (che segue ovunque) e delle gare della nazionale scozzese.
Ad un certo punto nella vita di Alaisdar fa il suo ingresso la ragazza dei sogni, dalla tipica fisionomia scozzese: bionda, occhi chiari e seno abbondante. Ma soprattutto, nonostante il suo odio per il calcio, la bella scozzesina sembra accettare tutti i difetti e le passioni del suo amato.


La vita di Alaisdar con lei e' meravigliosa, sente che la sua vita e' meno vuota, indi per cui decide di mettere la testa a posto e di sposarla. Le preparazioni per il matrimonio proseguono benone, Alaisdar piace addirittura alla famiglia della compagna, nonostante il padre di lei sia protestante e quindi accanito tifoso dei Gers.
Data delle nozze fissata, ma la nostra scozzesina ha qualche dubbio, convince quindi il nostro Alaisdar a seguirla in uno di quei ritiri pre-matrimoniali dove ti preparano ad affrontare la vita di coppia: un bel week end nelle Highlands all'insegna di romanticismo e consapevolezza della vita che verra'.


I due prenotano il viaggetto, ma pochi giorni dopo sorge un problema. In quel week end Alaisdar si ricorda infatti he c'e' in programma la partita Estonia - Scozia, gara di qualificazione ai mondiali di storica inutilita', in quanto le due squadre avevano da tempo abbandonato le speranze di qualificarsi alla fase finale dei mondiali. Alaisdar decide cosi' di fare il bravo promesso sposo, fino a quando gli amici del pub gli mettono pressione, convincendolo in fine a seguirli nella grande trasferta estone.


"Scusa Amore, lo so che avevamo gia' prenotato il tutto, ma in quel periodo il mio capo mi ha obbligato ad andare a Londra per una serie di congressi. Mi spiace tanto ma e' una grande opportunita' per la mi carriera. Cazzo, c'era anche la partita della Scozia che dovro' perdermi".
"Non preoccuparti mio Alaisdar, se lo fai per il tuo (nostro) futuro ti capisco".
Questa, piu' o meno, la scusa del nostro eroe alla sua amata.


Altro problema. Alaisdar ha il terrore dell'aereo, quindi in volo per l'Estonia decide di ammazzare l'ansia con del sano alcool. La comitiva di tifosi arriva a Tallin, giusto una puntata al pub del centro e poi via diretti allo stadio!
Sceso dal pulman, sfiga vuole che la primissima cosa che il ragazzo scozzese si trova davanti e' la telecamera della BBC Scotland. Risultato: le immagini di Alaisdar, in kilt e a torso nudo nonostante il freddo glaciale (ed in condizioni pietose), vengono catapultate per tutto l'etere scozzese.


Nessuna parola al mondo descriverebbe la faccia della futura sposa di Alaisdar, che al pub con le sue amiche vede alla tele il suo ragazzo urlare qualcosa di incomprensibile all'intervistatore.


Parte la telefonata:
"Allora tesoro, come va a Londra?".
"Tutto bene grazie - riesce a sbiascicare uno spaesato Alaisdar - scusa per il casino ma sono in centro citta'. Ti chiamo domani, ok?".


La partita finisce, gli amici scozzesi ritornano a Glasgow con Alaisdar ancora una volta ubriaco. Terminati i controlli, il nostro eroe si ritrova in sala d'aspetto quando si vede davanti a se la sua fidanzata. Alaisdar non capisce bene cosa stia succedendo, ma con a fianco i suoi amici con la maglietta della Scozia, sara' difficile spiegare che e' appena tornato da Londra.


Ma le parole non servono. La sua fidanzata si toglie l'anello di fidanzamento e lo scaglia addosso al suo (ormai ex) sposo, provocandogli un profondo taglio all'arcata sopraciliare.
Sara' quella l'ultima volta che i due si videro.


Leggenda vuole che anni dopo la nostra protagonista si sia maritata con un ragazzo che odia lo sport, mentre il nostro Alaisdar rimane solo, con ancora una visibile cicatrice ed una storia che racconta con orgoglio a tutti gli sconosciuti nei peggiori pub di tutta la Scozia.



Clip 1: Febbre a 90 - la scena del gol

Clip 2: Febbre a 90 - il calcio significa troppo per me

Song: you'll never walk alone

29 ottobre 2009

the gray Aberdeen vs the golden Edinburgh

Ieri sono stato ad Aberdeen per un'intervista di lavoro, ed alla fine (era il secondo colloquio) mi hanno fatto la proposta.

Aberdeen e' una di quelle citta' che mi mettono tristezza. La chiamano la silver city in quanto edifici e monumenti sono costruiti con un particolare granito contenente cristalli che, quando illuminati dal sole, luccicano creando uno splendido effetto.

Ad Aberdeen ci sono stato due volte, una a Luglio e l'altra appunto ieri, ed in entrambe le occasioni diluviava. L'effetto luccicante rimane nel mio immaginario: grigi gli edifici, grigio il cielo. Risulta chiaro che silver city e' soltanto un eufemismo: gray city, l'avrei chiamata io.

Dopo il colloqio sono andato a farmi un giro in centro, per sondare cio' che provavo in vista di un possibile trasferimento. Tanta gente che ti urta con gli ombrelli, via principale anonima, con centri commerciali e negozi al posto di edifici storici.
Se mi traferissi li', non vedrei l'ora di andarmene, ne sono certo, o verosimilmente ci vivrei lamentandomi di tutto, sindromandomi.

Se il lavoro fosse stato ad Edimburgo, l'avrei accettato al volo.

Puo' davvero essere una citta' in cui vivo da sei mesi scarsi essere la discriminante di una scelta cosi' importante? Dopo tutto qui non ho legami sentimentali, non ho un lavoro degno di chiamarsi tale ed i veri (o presunti tali) amici si contano sulle dita di una mano.

Il viaggio in treno (3 ore circa) di ritorno mi immerge in questi ed altri ragionamenti, fino all'arrivo alla stazione di Edin, dove mi accoglie l'incredibile caldo clima di questo autunno.

Fuori dalla stazione c'e' il solito barbone che saluto sempre, con i capelli rasta attorcigliati in modo da formare un unico (orrendo) dreadlock.

Salgo sul bus e vedo una conoscente con valigie pronta a trasferirsi; mi racconta dei suoi problemi con il contratto, ma ha trovato un nuovo appartamento nella mia area.

Cambio bus ed incontro la signora non vedente che una volta incontrai per caso, quando mi chiese di aiutarla ad accompagnarla al Tesco. In quell'occasione, dopo 10 minuti la vidi ancora li' al Tesco ferma all'ingresso, mentre quegli imbecilli dei cassieri erano presi dalle lunghe code senza accorgersi di lei; allora rientrai al Tesco e la aiutai a fare la spesa. Quando la rivedo sul bus stavolta, mi avvicino per salutarla, ma la piu' bella sensazione me la da' il suo cane guida, che la prima volta era diffidente quando lo accarezzavo, mentre stavolta e' venuto da me leccandomi la mano, come per dirmi: "Ti riconosco!".

Scendo dal secondo bus ed entro nel supermercatino sotto casa. Alla cassa c'e' Niki, il logorroico cassiere scozzese che attacca bottone con tutti come se li conoscesse da una vita. Gli passo i miei prodotti, lui batte qualcosa sulla cassa e poi mi dice la solita battuta: "Computer says NO", imitando un classico sketch del programma televisivo Little Britain. La prima volta risi, ora saremo alla centesima e l'effetto delle battute ripetute fino alla nausea si fa sentire.

Piccoli incontri che mi fanno sempre piu' sentire parte di questa citta', o quantomeno che rendono meno estranei alcuni dei suoi personaggi.

Nulla in confronto a vecchi amici incontrati nella camminata della tua citta' natale, nulla in confronto ai signori anziani amici di tuo nonno che puoi incontrare nel bar italiano giocando a briscola e parlando il tuo dialetto, ma questo rimane il meglio che finora mi sono saputo ritagliare.
Questo rimane quello che per ora distingue Edimburgo da Aberdeen.

Nessun dubbio: mai cambierei quello che Edimburgo puo' diventare con quello che Aberdeen mai sara'.
Edimburgo e' la citta' che ho scelto io, Aberdeen sarebbe una citta' che ha scelto me.

La gray city puo' aspettare.

Clip: Computer says NO

25 ottobre 2009

volevo un taglio semplice...

Il mio nuovo barbiere turco mi ha leggermente deluso.
Sto valutando, grazie al mio lato metallaro, una punizione drastica...


21 ottobre 2009

mi fidavo di te...

Mi fidavo di te, caro vecchio Milan.

Mi fidavo di te, caro vecchio Milan, ed ecco perche' ho deciso di vedere la partita contro il grande Real Madrid nel pub the Globe, ritrovo spagnolo qui ad Edimburgo.
Mi fidavo di te, caro vecchio Milan, ed ecco perche' nella tana spagnola ci sono andato con la tua maglia, sicuro di essere l'unica macchia di colore in mezzo alle camicie bianche madridiste.

Mi fidavo di te, caro vecchio Milan, anche perche' la partita appena finita aveva cosi' tante somiglianza con la mia situazione attuale. E come scrissi in un post agli esordi del mio blog, amo il calcio perche' e' una eterna similitudine con la vita.

C'e' Dida, che ripropone le sue vecchie papere ancor oggi, il quale mi ricorda che i miei problemi passati si sono riproposti pesantemente nel presente. Ma tu, vecchio Milan, sei stato piu' forte.

C'e' Kaka', che vederlo con un altra maglia fa male, cosi' come quando volgo lo sguardo alla mia vita in Italia ed a cio' che non c'e' piu', qualcosa, ammetto, fa molto male.

C'e' Andreino da Brescia, che sembra accarezzare il pallone come io accarezzo i sentimenti, ma che quando la situazione si fa pesante mette via il fioretto e tira fuori la sciabola, ricordandomi che i coglioni ce li ho, e che quando e' giusto vanno tirati fuori.

C'e' Pippo Inzaghi, che e' il calciatore piu' scarso del mondo a detta di molti, ma che quando segna hai solo voglia di corrergli incontro e stringerlo forte, cosi' come io qui sto correndo incontro a tutto quello che capita sulla mia strada. E non importa se e' vecchio e che e' da dieci anni che lo inneggio. Come scrissi di recente, le cose che mi danno gioia sono sempre le stesse.

C'e' un ragazzino venuto dal Brasile con tante stelline, che quando segna fa il simbolo del cuore, che tanto ricorda il mio cuore di Edimburgo.

E poi ci sei tu, caro vecchio Milan, che hai trovato la forza di chiudere un capitolo felice della tua gloriosa storia e con pochi soldi e tante incertezze ti rilanci verso il futuro e le mille sorprese che questo ti risevera'.

Ci sei tu, caro vecchio Milan, e per questo non me ne frega niente che tutti mi daranno del pirla, ma anzi grido che questo post lo scrissi prima della partita.

Mi fidavo di te, caro vecchio Milan...e sempre mi fidero'...

Pict: Pato loves

Song: Laura Pausini - Inno al Milan.


20 ottobre 2009

you can run but you can't hide

Tempo di festa in villar Alekos, per un party perfetto, che molti ricorderanno a lungo. Che qualcosa di strano fosse nell'aria era facile intuirlo: ho mandato infatti messaggi aperti a tutti i miei conoscenti, invitandoli a portare altri amici.
Poco prima del party saliva l'agitazione: non avevo proprio idea di quante persone sarebbero venute.
Ad un certo punto la mia padrona di casa, ribattezzata signorina Rottermaier, si e' messa a fare la conta: 32 persone in salotto. Tenendo presente che la cucina era sempre affollata (bacco), cosi' come il giardinetto (tabacco), non sbaglio quando affermo che si sono toccate punte di 50 persone in casa.
Dopo un inizio scialbo la festa decolla, fino a quando non si e' seguita piu' una logica. Verso le 2 altra gente continuava ad arrivare, io conoscevo si e no la meta' delle persone presenti, cose strane si vedevano a destra ed a manca.




E come sempre, mi guardo attorno.
C'e' la tipica coppietta Erasmus, con lui che e' venuto a trovare lei, e sprizzano gioia da tutti i pori.
C'e' il gruppo di ragazze spagnole, sempre allegre ed alticce, che sembrano saltate fuori da un cartone animato. Una di esse continua a correre nel corridoio, dicendomi che e' il suo sogno vivere in una casa cosi' grande.
Ci sono i ragazzi spagnoli, che continuano a ridere, soprattutto gli andalusi. Con loro ci si trova bene, ma alla lunga snoiano: troppe risate, unite a poca maturita', alla fine sanno di falsita'.
C'e' il foltissimo gruppo di inglesi, a prima vista impacciati ma che alla fine sono sempre tra i migliori, seppur visibilmente diversi dalla parte "latina" della festa. Bevono come pochi, le loro conversazioni sono molto diverse dalle altre, ma grazie a loro si puo' parlare inglese in un paese anglofono.
C'e' anche, e mai manca, qualche irlandese. I rappresentanti di un paese che in cosi' tanti affascina erano una ragazza del Donegal ed un ragazzo di Galway.
C'e' anche una ragazza spagnola che prima della festa vidi una volta sola: in quell'occasione nel parlare mi disse che era celiaca. Allora io me ne ricordai, e mentre a tutti offrivo da mangiare un piatto di pasta, solo per lei ho preparato un piatto di pasta senza glutine. Ha passato meta' della serata a ringraziarmi, dicendo che e' per questo che adora gli italiani: a quanto pare sappiamo ascoltare e rispettare.
In mezzo a tutte le facce di passaggio c'e' pero' anche quella di un carissimo amico, uno con cui ho condiviso qualcosa di importante. E' l'Ing. Beppe, con il quale ho passato gli anni dell'universita' e le (poche) notti a studiare e le (molte) notti a cazzeggiare.
Insieme a lui e' venuta ospite da me anche la sua ragazza, che vorrei ancora ringraziare per le prelibatezze che ci ha cucinato.
Ma c'e' anche chi soffre o che comunque poco si diverte.
C'e' chi ci prova con tutte le ragazze, pur avendo nel paese di origine una fidanzata. Tristezza infinita.
C'e' poi, riconoscibilissimo, il servo della gleba, che regala i suoi piu' puri sentimenti ad una ragazza il piu' delle volte sbagliata. Mai si azzarderebbe a toccarla per mischiarsi a tutti i ragazzi comuni, i suoi amici gli dicono che sara' solo sofferenza ma lui non cambia: lo sa bene che stara' male ma deve sbatterci la testa da solo.
Ci sono poi io, che scompaio e riappaio per poi addormentarmi sul divano tra qualche cadavere. Ed insonne realizzo il pieno fallimento dei miei propositi di cambiare atteggiamento qui ad Edimburgo. Vedo tutto nello stesso modo e cio' che provo non e' cambiato di una virgola.
E come di recente mi ha ricordato una persona alla quale sono legato da una stima mai confessata...you can run but you can't hide.

16 ottobre 2009

Madness all'Hogmanay 2009/2010

Gli organizzatori dell'Hogmanay, la grande e rinomata celebrazione del nuovo anno che si tiene ad Edimburgo (3 giorni di feste per le strade), rendono noto che vi parteciperanno anche i Madness, storico ed eclettico gruppo inglese!!! Se come me andate pazzi per le vibrazioni ska, allora affrettatevi per i biglietti!

Maggiori info sul sito ufficiale.

One step beeeeyond!!!!


Clip: Madness - One step beyond

15 ottobre 2009

Blog action day 2009: climate change

Ringrazio il blog amico Vinz, che con il ultimo post mi ha ricordato che oggi e’ il Blog Action Day sul tema del cambiamento climatico. Me ne sono accorto troppo tardi per fare un post “a puntino”, mi sarebbe tanto piaciuto approfondire il tema magari toccando la situazione scozzese in tema di sviluppo sostenibile, cerchero’ di parare con qualcos’altro.
Dovendo scrivere qualcosa di utile in pochi minuti, una cosa intelligente che mi balza in testa e’ questa: la maggior parte delle persone che parla di questo argomento si diverte a snocciolare numeri e soprattutto criticare i governi (certo quando uno dei paesi piu’ “sporchi” al mondo non aderisce al Protocollo di Kyoto, la tentazione di accusare gli uomini al potere e’ tanta).
Il messaggio che vorrei lanciare e’ questo: in quanto energivori, siamo noi, la gente comune, a dover adottare una coscienza verde ed a cambiare piccole abitudini quotidiane.

E se qualcuno dice: “Non ho i soldi per affrontare l’investimento dei pannelli solari” oppure “ci ho provato ma non riesco a girare casa mia in modo che le finestre siano rivolte verso Sud” gli do ragione. Ma talvolta per risparmiare energia in casa bastano semplici piccole regole, che ho selezionato e raccolto spulciando nella rete. Ho tolto le banalita’ del tipo “Usate l’aria condizionata il meno possibile” e le cose troppo complicate da installare.

Eccovele:
  • Non lasciare gli elettrodomestici in stand-by (soprattutto il pc, anche se non e’ connesso alla rete elettrica).Usare lampadine a basso consumo.Usare la lavatrice a temperature basse (40/60°C).Usare la lavastoviglie solo a pieno carico.
  • Se lasciate il pc acceso e senza utilizzarlo attivamente (casomai per downloadare files) spegnete almeno il monitor e le casse.
  • Il cellulare andrebbe spento la notte e in altre occasioni simili (come le lezioni universitarie) a meno che non si abbia la necessità di ricevere particolari chiamate.
  • Per le apparecchiature che necessitano di batterie, preferire quelle ricaricabili.
  • Anche se il vostro affitto include tutte le spese, fate caso agli sprechi di energia. Questo include lo spegnimento di impianti di riscaldamento/raffreddamento quando non si è in casa/stanza.
  • D' inverno tenere in casa una temperatura non superiore di 20°C (e se avete freddo, vestitevi! Ho visto alcuni tenere 25°C per poi stare in canottiera in casa!!!). Si pensa che riducendo di 1° C la temperatura nelle stanze si risparmia circa il 6 % di energia.
  • Non coprire i caloriferi con tende o rivestimenti.
  • Quando ci si lava i denti, le mani o si fa la doccia, aprire il rubinetto solo per il tempo necessario a bagnarsi e a sciacquarsi.
  • Prediligere la doccia anziché fare il bagno nella vasca.
  • Non risparmiate solo acqua calda, ma anche quella fredda! In linea generale infatti, la gestione del ciclo dell’acqua (pompaggio, invio alle utenze, depurazione) comporta un impiego elevato di energia elettrica, quindi risparmiare acqua significa anche risparmiare energia.
  • Durante la cottura dei cibi coprire pentole e padelle con il coperchio.
  • In caso di lunghi tempi di cottura, usare la pentola a pressione.
  • Di notte (o di giorno se non si e’ in casa), spegnere la televisione con l’interruttore principale!

E' tutto. Regole semplici che vi aiuteranno a risparmiare energia...e bolletta!


Clip: climate change.

10 ottobre 2009

un incontro molto particolare...

Terminata l’ennesima cena a casa di spagnoli, per miracolo riesco a prendere l’ultimo bus notturno che mi porta a Fountainbridge, per tornare nella mia Morningside mi basta dunque attraversare Viewforth. Proprio al centro di questa via faccio un incontro molto speciale.

Ad un certo punto scorgo con la coda dell’occhio un bellissimo e grande gatto rossastro che scappa a nascondersi sotto una macchina. Non resisto alla tentazione e mi avvicino all’auto inchinandomi, in modo da regalare una carezza al micione. Dl sotto della macchina esce tuttavia un musetto simile a quello di un cane, il gatto digrigna i denti e mi fa uno strano verso.
Andiamo bene Ale – penso tra me – ora i gatti ti ringhiano, forse e’ meglio darci un taglio a tutte le pinte...”.

Gia’ pronto ad abbandonare i miei poco salutari vizi, all’improvviso l’animale salta fuori e si piazza in mezzo alla strada, mostrando con grande eleganza la sua vera natura.
Incredibile: davanti ai miei occhi c’era una volpe, ed in pieno centro citta’!!!

Le faccio qualche foto e la volpe sembrava apprezzare, muovendo la setosa coda come una modella vanitosa felice di farsi immortalare. La qualita’ delle immagini non e’ il massimo, ma almeno dimostra che non ero ubriaco: si trattava veramente di un bel volpino!





Tornato a casa dopo il piacevole avvistamento non riesco ad addormentarmi. Mi piace infatti pensare che ogni incontro non e’ mai a caso, e cerco di dare un significato al bel quadrupede appena incontrato.
La volpe...la volpe...cosa mai potra’ significare una volpe...?”

Generalmente si associa alla volpe il concetto di astuzia, la Smorfia napoletana invece avverte che una persona furba ti sta tramando un inganno. Niente da fare, nessuno dei due significati sembra avvere un nesso con la mia attuale situazione (o almeno spero, magari qualcuno mi sta davvero tramando un inganno :-/ ).

All’improvviso ricordo tuttavia un libro che lessi tempo fa, il cui significato viene svelato allorche’ il personaggio incontra una volpe parlante. Si tratta de Il Piccolo Principe, che il geniale scrittore francese Antoine De Saint-Exupery scrisse nel 1943, quando il suo paese era devastato dalla seconda guerra mondiale.

Attraverso una sottile metafora, il libro racconta il viaggio di un piccolo principe, che decide di lasciare il suo piccolo pianeta al fine di scoprire le meraviglie nascoste nei meandri dell’universo. Si tratta del tipico racconto che diverte i bambini ma che fa ricordre agli adulti i veri significati della vita, magari dimenticati assieme al bambino che e’ in ognuno di noi. In ogni diversa asteroide, il protagonista incontra i piu’ svariati personaggi, dai quali il principino trae importanti lezioni. A dire il vero, il Piccolo Principe sembra sempre piu’ confuso al termine di ogni incontro, fino a quando non giunge sulla Terra.
Proprio sul nostro pianeta l’incontro con la volpe, la quale, con un dialogo a dir poco illuminante, spiega al principino il vero significato dell’amore e dell’amicizia.

Se non l'avete mai letto e volete aggiungere qualcosa di bello alla vostra vita, cliccate qui e saltate immediatamente al capitolo 21.

Per farla corta, al termine dell’incontro la volpe svela un grande segreto:

Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi.

Eccolo il legame con la mia situazione!!! Come scrissi nel terzo post di questo blog, il mio viaggio ad Edimburgo non e’ da spiegarsi col cervello, ma bensi’ con il cuore, da qui il titolo The Heart of Alekos. E questa volpe, apparsa misteriosamente ai miei occhi in una notte tra le tante, non ha fatto altro che ricordarmelo.

Questo cio’ che il cuore mi ha detto.
Quanto agli occhi, non meno bello e' la consapevolezza di vivere in una citta’ dove ti puoi trovare in mezzo alla strada una volpe.

Edimburgo e’ anche questo.



Pic: the Little Prince and the Fox.

Song: Jimi Hendrix - Foxy lady.

29 settembre 2009

...su una spiaggia del Fife

Ti ritroverai con i tuoi pensieri sulla costa del Fife, lontano dalla confusione metropolitana per assaporare la tranquillita' della vita rurale scozzese.
Dopo aver visto rovine poco interessanti, una spiaggia immensa e deserta sara' il teatro di un'altra emozione nuova che tanto cercavi in questo viaggio.

Giusto all'inizio della spiaggia alcuni studenti universitari, chissa' come, giocheranno a pallone in pantaloncini e maniche corte, ma dopo pochi passi sarai da solo.

La spiaggia, per te abituato alle affollate spiaggie italiane d'estate, ti accogliera' con la potenza di un territorio mai esplorato e di una situazione del tutto irresistibile.
Il Mare del Nord, incredibilmente calmo, avra' lunghe onde che con il passare dei minuti cercheranno sempre di piu' di conquistare un altro metro di spiaggia. Ce la faranno, solo questione di tempo ma di sicuro ce la faranno, cosi' come il giorno prima e quello seguente.

Sentirai solo la risacca del mare e la risata lontana di qualche gabbiano.
Un vento fredduccio ma non fastidioso modellera' le dune alzando manciate di sabbia, che incredibilmente non si alzeranno ma staranno attaccate alla terra, disegnando curiose traiettorie, simili a veloci serpenti bramosi di lasciare la spiaggia e di gettarsi nel mare.

Seduto ad apprezzare lo scenario scorgerai in lontanaza quel che sembra un gabbiano, ma che avvicinandosi mostra le sue vere dimensioni e la sua vera natura. Sara' un albatro, e non lo avevi mai incontrato prima.
E proprio come qualcuno piu' importante di te scrisse anni prima, ti sentirai come quell'uccello. I tuoi sentimenti voleranno alti nel cielo, ma le tue azioni sulla terra saranno goffe e maldestre.



Pict: West Sands, St Andrew.
Song: CSI - Depressione caspica

21 settembre 2009

gita al Celtic Park

Bellissima giornata all’insegna del calcio scozzese, con gita al Celtic Park di Glasgow per il big match della quinta giornata: Celtic – Hearts.

Grande emozione andare in trasferta verso la grande Glasgow per sostenere i miei beniamini, condividere un taxi con due (poco affidabili) tifosi del Celtic con la paura che possano vedere la mia maglietta degli Hearts sotto il maglione.

Per non parlare di entrare in uno grande stadio nello spicchio riservato ai tifosi ospiti, coperti dagli insulti dei tifosi locali a pochi metri da noi, ai quali rispondevamo con il classico coro: “We’re from the capital, you’re from a shit-hole!”. Eh già, proprio bruttina questa Glasgow!

Quando invece si tratta di giocare a calcio, contro i Glasgow ci sono poche possibilità di vincere. Tuttavia gli Hearts si comportano bene, e dopo una manciata di minuti si portano addirittura in vantaggio con un gran gol dello spagnolo guizzante (ma non troppo) Suso Santana. Delirio nella curva amaranto!

Dopo di che gli Hearts propongono un poo convincente catenaccio, mentre i Celtic sono incontenibili, e sospinti dal gran pubblico ci mettono alle corde: traversa, altra traversa, un palo, ed alla fine il meritato pareggio: 1-1.

E proprio quando la partita sembra terminare, al secondo dei 4’ di recupero calcio d’angolo per il Celtic. Mischia in area, Loovens anticipa tutti ed insacca il gol vittoria: Celtic batte Hearts 2-1.

Cliccate qui per vedere il gol vittoria.

Delirio al Celtic Park, i tifosi bianco verdi circondano il nostro settore riempiendoci di sfottò e lanciandoci come ricordo le loro sciarpe del Celtic. Alcuni si mettono anche a fare il segno della croce, sottolineando la loro fede Cattolica contrapposta al tradizionale protestantesimo degli Hearts. Qui in Scozia il calcio è anche questo!

Io ed il mio Edimbros ce ne torniamo così mogi mogi in quel di Edimburgo, dove però la nostra amica tedesca ci porta in un pub delizioso, veramente tipico e quasi nascosto nei close (viuzze interne) della città: l’Halfway House in Fleshmarket close. Un buon haggis ed un’ottima selezione di ales mi tirano decisamente su di morale.

Slideshow: images from the Celtic Park.