31 marzo 2010

Parliamo scozzese - LEZ. 2

Dopo il successo della prima lezione, eccoci tornati a...Parliamo Scozzese!, il corso on line che vi permettera’ di socializzare con gli abitanti del paese famoso per il kilt, le cornamuse, il mostro di LochNess, i laghetti di montagna, i castelli in cima alle colline, Braveheart, il golf, il whiskey e le Real Ales, le Highlands, le mucche pelose delle highlands, i moscherini carnivori delle highlands, la pecora clonata, l’haggis, il cioccolato fritto, le pecore nei verdi campi, la pioggia, la rivalita’ tra Celtic e Rangers...insomma, la Scozia!
Dopo l’infarinatura generale precedente vediamo di fare un passo avanti. Scrivero’ in neretto le parole scozzesi, in corsivo la traduzione inglese ed con i caratteri normali la traduzione italiana.
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PAROLE TIPICAMENTE SCOZZESI
Iniziamo con quelle parole tipiche di questa terra, le tipiche parole che vi fanno capire la provenienza degli Scots.

Wee = small, little = piccolo
Parola usatissima, sia per indicare piccole quantita’ che per rivolgersi affettuosamente a bambini o persone piccole di statura (keep goin, wee man! = avanti cosi’, piccoletto!)

Ta’ / Chears = Thank you / Welcome = grazie / prego
Fae / tae = from / to = da / a
Ad esempio, where you fae? (= where are you from?)
Mair / Maist = more / most = piu’ / il piu’
Kirk = church = chiesa
Loch = lake = lago
Auld = old = vecchio
Lad = boy = ragazzo
Lass / lassie = girl = ragazza
Bairn = baby = bambino piccolo
Quando un amico mi ha ditto che dovev andare a casa “to feed my wee bairn”, pensavo che dovesse dare da mangiare ad una razza di cane a me sconosciuta.
Fiver / tenner = banconota da cinque / dieci sterline
Ken = know = sapere
E’ questa una parola scozzesissima, che merit un capitolo a parte, un tranello che ha visto cadere generazioni di turisti. Tutti infatti, sentendolo per la prima volta, lo confondono con il verbo to can (= potere, saper fare) con conseguenze tragiche sul significato della conversazione.
Grazie a questo corso, potrete evitare il tranello, e quando parlerete con uno Scot e questo finira’ un discorso incomprensibile terminandolo con il tipico ye ken what ay min? (do you know what I mean? = capisci quel che voglio dire?), voi potrete lasciarlo a bocca aperta rispondendo con la menzogna I ken aye! (= of course I know! Certo che lo so!).
Usatissimo anche il dinnae ken (= I don’t know = non lo so).


LA “U” SCOZZESE
Alcune lettere in Scozia sembrano avere un suono tutto loro e diverso dall’inglese. La “U” ne e’ un esempio; per farvi capire il suo suono sono in difficolta’, ma se siete delle mie parti prendete ad esempio la u bergamasca o bresciana.
Le principali parole principali in cui troviamo la u scozzese, che indichero’ con il dittongo ou, sono:
toun = town = citta’
aroun = around = attorno
doun = down = giu’
nou = now = ora
guid = good = bene

Uno sciogli lingua recita: come with me doun around the toun (= come with me down around the town).


TAG QUESTION
Le difficili tag question sono delle strutture grammaticali della lingua inglese in cui un’affermazione viene trasformata in una domanda. Solitamente si usa il verbo della frase principale e lo si metto nella forma negativa.
Esempio: she likes apples, doesn’t she? She will eat that pie, won’t she?

La difficolta’ per chi studia l’inglese sta nel fatto che talvolta, soprattutto con i verbi modali, e’ facile fare confusione. Nello scozzese ho notato che questa regola viene bellamente scavalcata semplicemente aggiungendo semplici “preposizioni”, proprio come in italiano.
Esempio: she likes apple, eh? She will eat that pie, huh?

FRASI D’USO COMUNE
Usando quanto appena imparato, vediamo ora alcune delle applicazioni utili traducendo frasi nella vita di tutti i giorni. Le propongo nella solita forma italiano / inglese / scozzese.
1) Dammi cinque sterline, tu piccolo tirchio!
Give me five pounds, you little stingy boy!
Gie’s a fiver, you wee scrounger!
2) Vai in chiesa spesso, amico? Si, certo.
Do you often go to church, man? Yes, of course.
Ye gae tae kirk much, pal? Aye.
3) Cosa fai stasera? Non lo so.
What are you doing tonight? I don’t know.
Fit ye daein tonite? Dinnae ken.
4) Vado a farmi un giro in macchina in citta’, signore.
I am going driving around the town, sir.
A'm gaein cruising aroond toun, min.
5) Sei sempre ubriaco, vero?
You’re always drunk, don’t you?
You’re always steamin, huh?
6) Guarda la mia nuova ragazza, e’ uno spettacolo, vero?
Meet my new girl, she’s amazing, isn’t she?
Meet my lassie, she’s banter, eh?

Per questa lezione e’ tutto!

Vi lascio con questa simpatica biondina americana, che un giorno ebbe l’idea di girare un filmato sull’accento di Glasgow. Il primo signore intervistato non le ha dato una grande mano.

22 marzo 2010

follie calcistico-scozzesi

In questo vecchio post parlai di una storia ai limiti dell’assurdo, su come la passione per il calcio abbia segnato in negativo (?) la vita di un ragazzo scozzese. Alcuni si sono chiesti se la storia fosse vera, anche perche’ il protagonista era un amico di un amico. Tra parentesi, qualche settimana fa ho conosciuto di persona il protagonista della vicenda, un ragazzo assolutamente fulminato, parlando con il quale si puo’ capire che nella sua vita realta’ e follia si confondono al di la' di ogni logica.

In ogni modo, altri due episodi vissuti di recente mi hanno fatto capire di come il calcio (e le rivalita’ cittadine) sia sentito dagli abitanti di Edimburgo, nonostante un campionato di basso profilo tecnico.

Una doverosa premessa. Le due squadre di Edin sono:

the Heart of Midlothian, comunemente chiamati Hearts, il cui colore sociale e’ il maroon (granata) ed i cui tifosi sono chiamati Maroons o Jumbos;

Hibernian, biancoverde e’ il suo colore e Hibees o Hibs i suoi tifosi.

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1) Hibs funeral party

due settimane fa sono andato a vedere una partita di rugby amatoriale con Andy; in macchina, il buon Andy mi chiede se possiamo passare al pub a far visita al suo amico che ha appena perso la madre. Il funerale era in mattinata ma Andy non ci e’ potuto andare, per questo voleva passare al pub, dove la sua famiglia si trovava al termine della funzione.

Giunti in questo pub nella periferia edimburghese, mi colpisce il fatto di come il pub sia soprattutto luogo di aggregazione: tavolate intere con parenti a parlare della famiglia, con la rigorosa pinta in mano.

Una cosa cattura la mia attenzione: tutte le persone invitate al funerale avevano addosso qualcosa di verde. Chi un cappello, chi una giacca, soprattutto cravatte verdi. Chiedo il motivo ad un parente della defunta e la risposta mi lascia si stucco. La povera vecchina era infatti un’accanita tifosa Hibee, di quelle che fino alla fine non risparmiava battute e frecciate ai tifosi avversari e che non si perdeva una partita degli Hibernian. La sua ultima volonta’ e’ stata che...al suo funerale ognuno indossasse qualcosa di verde. Mi dicono anche che la bara era verde.

Sfortunatamente non ho conosciuto questa donna, ma me la immagino come una terribile vecchietta che dall’alto dei Cieli stava morendo dal ridere vedendo i tifosi di Hearts, Rangers e Celtic vestire qualcosa di verde in suo onore.

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2) Jumbo demolition job

Lo stadio dell’Hibernian si chiama Ester Road, prende il nome dalla maggiore strada nelle sue vicinanze. Onestamente, e’ uno degli impianti piu’ brutti che abbia mai visto (e sono stato anche allo Zini di Cremona). Anonimi spalti squadrati, quattro tribune in corrispondenza dei lati del rettangolo di gioco, senza unione in corrispondenza dei corners. Una volta ci ho lavorato, anche visto dall’interno l’Easter Road, che viene chiamato the Leith San Siro (presumo per ironia), e’ piuttosto...dodgy.

In ogni modo, la societa’ sta facendo dei lavori di ampliamento, per cui hanno dovuto demolire una delle sue tribune. A capo dei lavori di demolizione, alla guida della ruspa principale, troviamo Louise, ragazza 28enne...accanita tifosa Jumbo (ed abbonata alle partite degli Hearts, come da generazioni la sua famiglia), la quale, mentre demoliva l’odiato stadio, e’ stata sentita dal resto del cantiere cantare l’inno degli Hearts.

Ecco come Louise ha commentato il lavoro piu’ bello della sua vita: “Non vedevo l’ora di fare questo lavoro quando me l’hanno offerto, e’ stato emozionante! A casa ho avuto decine di amici e parenti che mi hanno chiesto di scattare foto delle rovine dello stadio!”.

Qui un link per leggere l’articolo in inglese.

Insomma, noi giovani italiani abbiamo avuto la fortuna di vedere l’Italia vincere i mondiali, cosa che capita una volta nella vita a chi e’ fortunato. Dopo questo, riuscite ad immaginare gioia piu’ forte di demolire lo stadio della squadra odiata cantando il vostro inno?

Related video: Italia vs Scozia

12 marzo 2010

total commitment

L’inverno come e’ dipinto, freddo e buio, sta lasciando Edimburgo ad una velocita’ allucinante. Sembrava ieri di vedere il castello dominare la citta’ con le varie decorazioni natalizie, ed ora eccoci ad una piu’ sincera austerita’. Le temperature si alzano, le giornate si allungano; e’ incredibile come Edin possa cambiare faccia durante l’anno, sembra di vivere davvero in citta’ diverse. I minuti in piu’ di luce si contano ogni giorno, con il passare delle settimane la citta’ sembra assomigliare sempre di piu’ a quella visitata in splendide giornate di sole lo scorso Aprile, di cui non dimentichero’ mai le persone distese al sole nei giardini di Pricess street, ed i gabbiani a raccogliere le briciole dei loro pic nic.

Quel week end fu davvero speciale e matto, mi cambio’ la vita, e come dice un libro che sto leggendo (e di cui parlero’ presto) apprezzai “gli scozzesi nel loro essere capaci di bere e rotolarsi per terra felici, proprio come me. Finalmente avevo trovato una patria”.

Giorni intensissimi questi ultimi dopo la breve parentesi in Italia. Finalmente ho un lavoro fisso. E’ in un ristorante, dove mi sono messo ad utilizzare le mie capacita’ di cuoco esibendomi alla griglia. Il fatto e’ che non essendo ne’ pratico ne’ troppo self confident, ho deciso si mantenere il lavoretto che avevo anche prima. Ne consegue che sono piuttosto strapazzato, lavoro come minimo 50 ore alla settimana. La mia vita, di conseguenza, sta risultando alquanto disordinata. Orari pessimi, talvolta dormo quattro ore per notte ed alte volte 12, alcuni giorni faccio un solo pasto ed in altri mangio quattro volte al giorno (mai rifiutare i pasti offerti al lavoro e’ uno dei miei comandmenti). Camera mia is quite messed up, del ferro da stiro...non mi ricordo nemmeno di che marca sia.

Pieno di soldi quindi? Mica troppo. Sto avendo problemi con le tasse, in quanto ne sto pagando piu’ del dovuto. Di recente sono andato all’ufficio delle tasse (HM Revenue and Custom), ma sfortuna volle che a parlarmi fu una ragazza di Glasgow. Come il 99% dei glaswegian, questa tipa aveva un inglese molto arduo. Come il 99% delle ragazze scozzesi, questa tipa aveva gli occhi azzurri, cosi’ azzurri nei quali mi sono perso sommando alle barriere linguistiche altri tipi di barriere. Forse che mettere ragazze carine all’ufficio dei reclami sia una mossa studiata? Questi british sono troppo avanti...

Nel mezzo del tutto ho anche trovato spazio per un paio di interviews. La prima con una piccola compagnia nel campo delle energie rinnovabili, che ha tentato (anzi, sta tentando) di farmi lavorare gratis con la scusa del vediamo cosa sai fare, poi forse un domani si vedra’. Altro che Italia, UK, Cina o Giappone, tutto il mondo e’ paese. Nel mezzo del mio casino questi tizi mi hanno mandato una mail dicendo che sono in ritardo con i lori progetti e di passare da loro che dovevano darmi del lavoro da fare. Gli ho mandto una bella mail, dove ho chiarito la situazione trovando un concetto che nemmeno pensavo di saper esprimere: total commitment. Dato che quando lavoro lo faccio, appunto, con total commitment, di lavorare da casa senza nulla in mano non ho ne’ tempo ne’ voglia.

Altra inteview con una societa’ multinazionale, che, ammesso che passi le selezioni, offre un lavoro che piu’ precario e temporaneo non si puo’: pagano ad ore, e ti lasciano a casa ogni qualvolta il progetto dovesse interrompersi.

Piu’ possibilita’ e futuro lo vedo invece con una terza opzione, ma per scaramanzia non diro’ nulla.

Per il resto solite cose. Mi stresso, esco sempre meno ma quando lo faccio lascio il segno, vengo sorpreso e deluso da molte persone. Accanto alla nascita di due amicizie su cui contare, ne annovero altre scomparse con i primi venti delle difficili relazioni umane. Capisco sempre piu’ come dovrei essere per avere successo, ma che non saro’ mai perche’ vorrebbe dire non essere me.

E le piccole difficolta’ di ogni giorno, problemi sempre on the edge ai quali sarebbe anche ora di darcene un taglio.

Infine, la nascita di una nuova amica. Presente la volpe che vidi vicino a casa e che descrissi in questo post? Bene, incredibile ma vero, Alba (il nome che le ho dato) e’ da qualche tempo ospite notturna del mio giardino. Di solito quando torno dal lavoro in tarda notte mi fermo sull’uscio a fumare l’ultima sigaretta, ed Alba passa in citta’ alla ricerca di cibo. Una volta me ne stavo tranquillo davanti alla mia porta, quando la vopina e’ passata per la strada, si e’ fermata davanti al cancello fissandomi per una manciata di secondi, quindi e’ passata oltre. Ma poche notti fa una vera sorpresa. Alba e’ passata davanti al cancello, mi ha fissato, ed e’ entrata nel buco nella mia siepe venendomi incontro. Si e’ avvicinata quasi se volesse farsi accarezzare, ma io ero quasi spaventato. E’ arrivata fino a circa mezzo metro dai miei piedi, poi ha continuato a perlustrare il mio giardinetto. Forse perche’ incuriosita, forse perche’ ha ormai preso confidenza con gli esseri umani, o piu’ semplicemente perche’ dopo una giornata al ristorante ho quel tipico profumo di pollo fritto che mi rende piu’ appetibile agli animali che agli umani.

Fatto sta che vedere Alba e’ sempre una bella sorpresa.


Pic: Alba in my garden

Song: Africa Unite - Sottopressione