29 ottobre 2009

the gray Aberdeen vs the golden Edinburgh

Ieri sono stato ad Aberdeen per un'intervista di lavoro, ed alla fine (era il secondo colloquio) mi hanno fatto la proposta.

Aberdeen e' una di quelle citta' che mi mettono tristezza. La chiamano la silver city in quanto edifici e monumenti sono costruiti con un particolare granito contenente cristalli che, quando illuminati dal sole, luccicano creando uno splendido effetto.

Ad Aberdeen ci sono stato due volte, una a Luglio e l'altra appunto ieri, ed in entrambe le occasioni diluviava. L'effetto luccicante rimane nel mio immaginario: grigi gli edifici, grigio il cielo. Risulta chiaro che silver city e' soltanto un eufemismo: gray city, l'avrei chiamata io.

Dopo il colloqio sono andato a farmi un giro in centro, per sondare cio' che provavo in vista di un possibile trasferimento. Tanta gente che ti urta con gli ombrelli, via principale anonima, con centri commerciali e negozi al posto di edifici storici.
Se mi traferissi li', non vedrei l'ora di andarmene, ne sono certo, o verosimilmente ci vivrei lamentandomi di tutto, sindromandomi.

Se il lavoro fosse stato ad Edimburgo, l'avrei accettato al volo.

Puo' davvero essere una citta' in cui vivo da sei mesi scarsi essere la discriminante di una scelta cosi' importante? Dopo tutto qui non ho legami sentimentali, non ho un lavoro degno di chiamarsi tale ed i veri (o presunti tali) amici si contano sulle dita di una mano.

Il viaggio in treno (3 ore circa) di ritorno mi immerge in questi ed altri ragionamenti, fino all'arrivo alla stazione di Edin, dove mi accoglie l'incredibile caldo clima di questo autunno.

Fuori dalla stazione c'e' il solito barbone che saluto sempre, con i capelli rasta attorcigliati in modo da formare un unico (orrendo) dreadlock.

Salgo sul bus e vedo una conoscente con valigie pronta a trasferirsi; mi racconta dei suoi problemi con il contratto, ma ha trovato un nuovo appartamento nella mia area.

Cambio bus ed incontro la signora non vedente che una volta incontrai per caso, quando mi chiese di aiutarla ad accompagnarla al Tesco. In quell'occasione, dopo 10 minuti la vidi ancora li' al Tesco ferma all'ingresso, mentre quegli imbecilli dei cassieri erano presi dalle lunghe code senza accorgersi di lei; allora rientrai al Tesco e la aiutai a fare la spesa. Quando la rivedo sul bus stavolta, mi avvicino per salutarla, ma la piu' bella sensazione me la da' il suo cane guida, che la prima volta era diffidente quando lo accarezzavo, mentre stavolta e' venuto da me leccandomi la mano, come per dirmi: "Ti riconosco!".

Scendo dal secondo bus ed entro nel supermercatino sotto casa. Alla cassa c'e' Niki, il logorroico cassiere scozzese che attacca bottone con tutti come se li conoscesse da una vita. Gli passo i miei prodotti, lui batte qualcosa sulla cassa e poi mi dice la solita battuta: "Computer says NO", imitando un classico sketch del programma televisivo Little Britain. La prima volta risi, ora saremo alla centesima e l'effetto delle battute ripetute fino alla nausea si fa sentire.

Piccoli incontri che mi fanno sempre piu' sentire parte di questa citta', o quantomeno che rendono meno estranei alcuni dei suoi personaggi.

Nulla in confronto a vecchi amici incontrati nella camminata della tua citta' natale, nulla in confronto ai signori anziani amici di tuo nonno che puoi incontrare nel bar italiano giocando a briscola e parlando il tuo dialetto, ma questo rimane il meglio che finora mi sono saputo ritagliare.
Questo rimane quello che per ora distingue Edimburgo da Aberdeen.

Nessun dubbio: mai cambierei quello che Edimburgo puo' diventare con quello che Aberdeen mai sara'.
Edimburgo e' la citta' che ho scelto io, Aberdeen sarebbe una citta' che ha scelto me.

La gray city puo' aspettare.

Clip: Computer says NO

25 ottobre 2009

volevo un taglio semplice...

Il mio nuovo barbiere turco mi ha leggermente deluso.
Sto valutando, grazie al mio lato metallaro, una punizione drastica...


21 ottobre 2009

mi fidavo di te...

Mi fidavo di te, caro vecchio Milan.

Mi fidavo di te, caro vecchio Milan, ed ecco perche' ho deciso di vedere la partita contro il grande Real Madrid nel pub the Globe, ritrovo spagnolo qui ad Edimburgo.
Mi fidavo di te, caro vecchio Milan, ed ecco perche' nella tana spagnola ci sono andato con la tua maglia, sicuro di essere l'unica macchia di colore in mezzo alle camicie bianche madridiste.

Mi fidavo di te, caro vecchio Milan, anche perche' la partita appena finita aveva cosi' tante somiglianza con la mia situazione attuale. E come scrissi in un post agli esordi del mio blog, amo il calcio perche' e' una eterna similitudine con la vita.

C'e' Dida, che ripropone le sue vecchie papere ancor oggi, il quale mi ricorda che i miei problemi passati si sono riproposti pesantemente nel presente. Ma tu, vecchio Milan, sei stato piu' forte.

C'e' Kaka', che vederlo con un altra maglia fa male, cosi' come quando volgo lo sguardo alla mia vita in Italia ed a cio' che non c'e' piu', qualcosa, ammetto, fa molto male.

C'e' Andreino da Brescia, che sembra accarezzare il pallone come io accarezzo i sentimenti, ma che quando la situazione si fa pesante mette via il fioretto e tira fuori la sciabola, ricordandomi che i coglioni ce li ho, e che quando e' giusto vanno tirati fuori.

C'e' Pippo Inzaghi, che e' il calciatore piu' scarso del mondo a detta di molti, ma che quando segna hai solo voglia di corrergli incontro e stringerlo forte, cosi' come io qui sto correndo incontro a tutto quello che capita sulla mia strada. E non importa se e' vecchio e che e' da dieci anni che lo inneggio. Come scrissi di recente, le cose che mi danno gioia sono sempre le stesse.

C'e' un ragazzino venuto dal Brasile con tante stelline, che quando segna fa il simbolo del cuore, che tanto ricorda il mio cuore di Edimburgo.

E poi ci sei tu, caro vecchio Milan, che hai trovato la forza di chiudere un capitolo felice della tua gloriosa storia e con pochi soldi e tante incertezze ti rilanci verso il futuro e le mille sorprese che questo ti risevera'.

Ci sei tu, caro vecchio Milan, e per questo non me ne frega niente che tutti mi daranno del pirla, ma anzi grido che questo post lo scrissi prima della partita.

Mi fidavo di te, caro vecchio Milan...e sempre mi fidero'...

Pict: Pato loves

Song: Laura Pausini - Inno al Milan.


20 ottobre 2009

you can run but you can't hide

Tempo di festa in villar Alekos, per un party perfetto, che molti ricorderanno a lungo. Che qualcosa di strano fosse nell'aria era facile intuirlo: ho mandato infatti messaggi aperti a tutti i miei conoscenti, invitandoli a portare altri amici.
Poco prima del party saliva l'agitazione: non avevo proprio idea di quante persone sarebbero venute.
Ad un certo punto la mia padrona di casa, ribattezzata signorina Rottermaier, si e' messa a fare la conta: 32 persone in salotto. Tenendo presente che la cucina era sempre affollata (bacco), cosi' come il giardinetto (tabacco), non sbaglio quando affermo che si sono toccate punte di 50 persone in casa.
Dopo un inizio scialbo la festa decolla, fino a quando non si e' seguita piu' una logica. Verso le 2 altra gente continuava ad arrivare, io conoscevo si e no la meta' delle persone presenti, cose strane si vedevano a destra ed a manca.




E come sempre, mi guardo attorno.
C'e' la tipica coppietta Erasmus, con lui che e' venuto a trovare lei, e sprizzano gioia da tutti i pori.
C'e' il gruppo di ragazze spagnole, sempre allegre ed alticce, che sembrano saltate fuori da un cartone animato. Una di esse continua a correre nel corridoio, dicendomi che e' il suo sogno vivere in una casa cosi' grande.
Ci sono i ragazzi spagnoli, che continuano a ridere, soprattutto gli andalusi. Con loro ci si trova bene, ma alla lunga snoiano: troppe risate, unite a poca maturita', alla fine sanno di falsita'.
C'e' il foltissimo gruppo di inglesi, a prima vista impacciati ma che alla fine sono sempre tra i migliori, seppur visibilmente diversi dalla parte "latina" della festa. Bevono come pochi, le loro conversazioni sono molto diverse dalle altre, ma grazie a loro si puo' parlare inglese in un paese anglofono.
C'e' anche, e mai manca, qualche irlandese. I rappresentanti di un paese che in cosi' tanti affascina erano una ragazza del Donegal ed un ragazzo di Galway.
C'e' anche una ragazza spagnola che prima della festa vidi una volta sola: in quell'occasione nel parlare mi disse che era celiaca. Allora io me ne ricordai, e mentre a tutti offrivo da mangiare un piatto di pasta, solo per lei ho preparato un piatto di pasta senza glutine. Ha passato meta' della serata a ringraziarmi, dicendo che e' per questo che adora gli italiani: a quanto pare sappiamo ascoltare e rispettare.
In mezzo a tutte le facce di passaggio c'e' pero' anche quella di un carissimo amico, uno con cui ho condiviso qualcosa di importante. E' l'Ing. Beppe, con il quale ho passato gli anni dell'universita' e le (poche) notti a studiare e le (molte) notti a cazzeggiare.
Insieme a lui e' venuta ospite da me anche la sua ragazza, che vorrei ancora ringraziare per le prelibatezze che ci ha cucinato.
Ma c'e' anche chi soffre o che comunque poco si diverte.
C'e' chi ci prova con tutte le ragazze, pur avendo nel paese di origine una fidanzata. Tristezza infinita.
C'e' poi, riconoscibilissimo, il servo della gleba, che regala i suoi piu' puri sentimenti ad una ragazza il piu' delle volte sbagliata. Mai si azzarderebbe a toccarla per mischiarsi a tutti i ragazzi comuni, i suoi amici gli dicono che sara' solo sofferenza ma lui non cambia: lo sa bene che stara' male ma deve sbatterci la testa da solo.
Ci sono poi io, che scompaio e riappaio per poi addormentarmi sul divano tra qualche cadavere. Ed insonne realizzo il pieno fallimento dei miei propositi di cambiare atteggiamento qui ad Edimburgo. Vedo tutto nello stesso modo e cio' che provo non e' cambiato di una virgola.
E come di recente mi ha ricordato una persona alla quale sono legato da una stima mai confessata...you can run but you can't hide.

16 ottobre 2009

Madness all'Hogmanay 2009/2010

Gli organizzatori dell'Hogmanay, la grande e rinomata celebrazione del nuovo anno che si tiene ad Edimburgo (3 giorni di feste per le strade), rendono noto che vi parteciperanno anche i Madness, storico ed eclettico gruppo inglese!!! Se come me andate pazzi per le vibrazioni ska, allora affrettatevi per i biglietti!

Maggiori info sul sito ufficiale.

One step beeeeyond!!!!


Clip: Madness - One step beyond

15 ottobre 2009

Blog action day 2009: climate change

Ringrazio il blog amico Vinz, che con il ultimo post mi ha ricordato che oggi e’ il Blog Action Day sul tema del cambiamento climatico. Me ne sono accorto troppo tardi per fare un post “a puntino”, mi sarebbe tanto piaciuto approfondire il tema magari toccando la situazione scozzese in tema di sviluppo sostenibile, cerchero’ di parare con qualcos’altro.
Dovendo scrivere qualcosa di utile in pochi minuti, una cosa intelligente che mi balza in testa e’ questa: la maggior parte delle persone che parla di questo argomento si diverte a snocciolare numeri e soprattutto criticare i governi (certo quando uno dei paesi piu’ “sporchi” al mondo non aderisce al Protocollo di Kyoto, la tentazione di accusare gli uomini al potere e’ tanta).
Il messaggio che vorrei lanciare e’ questo: in quanto energivori, siamo noi, la gente comune, a dover adottare una coscienza verde ed a cambiare piccole abitudini quotidiane.

E se qualcuno dice: “Non ho i soldi per affrontare l’investimento dei pannelli solari” oppure “ci ho provato ma non riesco a girare casa mia in modo che le finestre siano rivolte verso Sud” gli do ragione. Ma talvolta per risparmiare energia in casa bastano semplici piccole regole, che ho selezionato e raccolto spulciando nella rete. Ho tolto le banalita’ del tipo “Usate l’aria condizionata il meno possibile” e le cose troppo complicate da installare.

Eccovele:
  • Non lasciare gli elettrodomestici in stand-by (soprattutto il pc, anche se non e’ connesso alla rete elettrica).Usare lampadine a basso consumo.Usare la lavatrice a temperature basse (40/60°C).Usare la lavastoviglie solo a pieno carico.
  • Se lasciate il pc acceso e senza utilizzarlo attivamente (casomai per downloadare files) spegnete almeno il monitor e le casse.
  • Il cellulare andrebbe spento la notte e in altre occasioni simili (come le lezioni universitarie) a meno che non si abbia la necessità di ricevere particolari chiamate.
  • Per le apparecchiature che necessitano di batterie, preferire quelle ricaricabili.
  • Anche se il vostro affitto include tutte le spese, fate caso agli sprechi di energia. Questo include lo spegnimento di impianti di riscaldamento/raffreddamento quando non si è in casa/stanza.
  • D' inverno tenere in casa una temperatura non superiore di 20°C (e se avete freddo, vestitevi! Ho visto alcuni tenere 25°C per poi stare in canottiera in casa!!!). Si pensa che riducendo di 1° C la temperatura nelle stanze si risparmia circa il 6 % di energia.
  • Non coprire i caloriferi con tende o rivestimenti.
  • Quando ci si lava i denti, le mani o si fa la doccia, aprire il rubinetto solo per il tempo necessario a bagnarsi e a sciacquarsi.
  • Prediligere la doccia anziché fare il bagno nella vasca.
  • Non risparmiate solo acqua calda, ma anche quella fredda! In linea generale infatti, la gestione del ciclo dell’acqua (pompaggio, invio alle utenze, depurazione) comporta un impiego elevato di energia elettrica, quindi risparmiare acqua significa anche risparmiare energia.
  • Durante la cottura dei cibi coprire pentole e padelle con il coperchio.
  • In caso di lunghi tempi di cottura, usare la pentola a pressione.
  • Di notte (o di giorno se non si e’ in casa), spegnere la televisione con l’interruttore principale!

E' tutto. Regole semplici che vi aiuteranno a risparmiare energia...e bolletta!


Clip: climate change.

10 ottobre 2009

un incontro molto particolare...

Terminata l’ennesima cena a casa di spagnoli, per miracolo riesco a prendere l’ultimo bus notturno che mi porta a Fountainbridge, per tornare nella mia Morningside mi basta dunque attraversare Viewforth. Proprio al centro di questa via faccio un incontro molto speciale.

Ad un certo punto scorgo con la coda dell’occhio un bellissimo e grande gatto rossastro che scappa a nascondersi sotto una macchina. Non resisto alla tentazione e mi avvicino all’auto inchinandomi, in modo da regalare una carezza al micione. Dl sotto della macchina esce tuttavia un musetto simile a quello di un cane, il gatto digrigna i denti e mi fa uno strano verso.
Andiamo bene Ale – penso tra me – ora i gatti ti ringhiano, forse e’ meglio darci un taglio a tutte le pinte...”.

Gia’ pronto ad abbandonare i miei poco salutari vizi, all’improvviso l’animale salta fuori e si piazza in mezzo alla strada, mostrando con grande eleganza la sua vera natura.
Incredibile: davanti ai miei occhi c’era una volpe, ed in pieno centro citta’!!!

Le faccio qualche foto e la volpe sembrava apprezzare, muovendo la setosa coda come una modella vanitosa felice di farsi immortalare. La qualita’ delle immagini non e’ il massimo, ma almeno dimostra che non ero ubriaco: si trattava veramente di un bel volpino!





Tornato a casa dopo il piacevole avvistamento non riesco ad addormentarmi. Mi piace infatti pensare che ogni incontro non e’ mai a caso, e cerco di dare un significato al bel quadrupede appena incontrato.
La volpe...la volpe...cosa mai potra’ significare una volpe...?”

Generalmente si associa alla volpe il concetto di astuzia, la Smorfia napoletana invece avverte che una persona furba ti sta tramando un inganno. Niente da fare, nessuno dei due significati sembra avvere un nesso con la mia attuale situazione (o almeno spero, magari qualcuno mi sta davvero tramando un inganno :-/ ).

All’improvviso ricordo tuttavia un libro che lessi tempo fa, il cui significato viene svelato allorche’ il personaggio incontra una volpe parlante. Si tratta de Il Piccolo Principe, che il geniale scrittore francese Antoine De Saint-Exupery scrisse nel 1943, quando il suo paese era devastato dalla seconda guerra mondiale.

Attraverso una sottile metafora, il libro racconta il viaggio di un piccolo principe, che decide di lasciare il suo piccolo pianeta al fine di scoprire le meraviglie nascoste nei meandri dell’universo. Si tratta del tipico racconto che diverte i bambini ma che fa ricordre agli adulti i veri significati della vita, magari dimenticati assieme al bambino che e’ in ognuno di noi. In ogni diversa asteroide, il protagonista incontra i piu’ svariati personaggi, dai quali il principino trae importanti lezioni. A dire il vero, il Piccolo Principe sembra sempre piu’ confuso al termine di ogni incontro, fino a quando non giunge sulla Terra.
Proprio sul nostro pianeta l’incontro con la volpe, la quale, con un dialogo a dir poco illuminante, spiega al principino il vero significato dell’amore e dell’amicizia.

Se non l'avete mai letto e volete aggiungere qualcosa di bello alla vostra vita, cliccate qui e saltate immediatamente al capitolo 21.

Per farla corta, al termine dell’incontro la volpe svela un grande segreto:

Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi.

Eccolo il legame con la mia situazione!!! Come scrissi nel terzo post di questo blog, il mio viaggio ad Edimburgo non e’ da spiegarsi col cervello, ma bensi’ con il cuore, da qui il titolo The Heart of Alekos. E questa volpe, apparsa misteriosamente ai miei occhi in una notte tra le tante, non ha fatto altro che ricordarmelo.

Questo cio’ che il cuore mi ha detto.
Quanto agli occhi, non meno bello e' la consapevolezza di vivere in una citta’ dove ti puoi trovare in mezzo alla strada una volpe.

Edimburgo e’ anche questo.



Pic: the Little Prince and the Fox.

Song: Jimi Hendrix - Foxy lady.