Dopo nove mesi si scozzesita’, finalmente e’ arrivato il momento di tornare in Italia per una visita lampo. I motivi per cui non sono (colpevolente) tornato prima sono molteplici; l’entusiasmo delle prime volte (quando c’era il sole), il dover lavorare nel periodo invernale, cercare lavoro a cavallo del nuovo anno. Lo stare lontano si e’ poi fatto sentire: ho aperto il sito di Ryan Air e via col primo volo. Seppur troppo ravvicinato, seppur troppo costoso.
Ma avevo assolutamente bisogno di staccare e di ricaricare le batterie, come si suol dire. Beh, diciamo non troppo. E’ stato come un cocktail di emozioni (sia positive, che molto positive, che negative) mescolate insieme e bevute di rigore. Ora devo solo assimilare il tutto, analizzare, e come sempre guardare avanti.
I primi giorni mi sentivo su un altro pianeta, tra i giri in centro e le prime persone riviste, stranissimo in quella che dovrebbe essere casa mia. Quando mi stavo ambientando poi sono dovuto ripartire senza quasi nemmeno accorgermene. Uno stress psico fisico che mi ha lasciato un po’ cosi’.
In ogni modo, di emozioni si tratta, quindi presumo che possano fare solo bene.
Non dimentichero’ mai certi episodi.
- I pericoli di tornare alla guida. La macchina mi si e’ spenta svariate volte, ho dovuto ripetere tre volte un parcheggio ad S (un tempo la mia specialita’), una volta in una strada stretta mi e’ preso il panico ed ho tenuto la sinistra.
- Rivedere le facce amiche della mia squadra di calcio e parlare con allenatore e presidente, eterni esempi di cuore Granata.
- Presentarmi dalla mia ex insegante madrelingua londinese per parlarci piu’ fluentemente, portandole il suo amato Porridge, lo Scott's Porage. Quello con la foto dell’omone scozzese muscoloso (che cammina in canottiera e kilt sotto la neve) che lei mangiava da bambina (qui un vecchia pubblicita' altamente consigliata a tutte le lettrici femmine).
- Portare l’haggis a questo amico di professione soldato giacobita.
- Dimostrare a tutti che non sono ingrassato poi cosi’ tanto.
- Tornare al controllo del mio vecchio computer e le gioie di riaprire la cartella “vecchie partizioni”. Incredibili certe emozioni che vecchi file riscoperti possano dare!
- Un incontro con i vecchi amici giornalisti e la soprpresa di scoprire che un giocatore, Manuel Pascali, che vedevo quando giocava nel Pizzighettone in C1, sta giocando con grande successo nel Kilmarnock nel massimo campionato scozzese. Voglio la sua maglietta!
- Le dolci torte delle ancor piu’ dolci amiche della mamma.
- La pace e l’introspettiva tranquillita’ di visitre gli amati nonni al cimitero.
- Riaccendere con orrore la televisione e rivedere, in ordine di apparizione: Studio Aperto, Grande Fratello ed il festival di San Remo (con una prestazione che non mi lascia piu’ dormire). Ho rimediato per fortuna con un paio di film vecchisimi di Tognazzi e Manfredi che mi hanno tirato su. Per non parlare dell’indimenticato capolavoro Fracchia contro Dracula.
- Gli indicibili strazi e le perenni ferite psicosomatiche di una pulizia dei denti dal dentista: un’autentica tortura. E la tortura almeno e’ gratis.
- Una pinta di Guinness all’Asino d’Oro.
- Farmi offrire (da chi ho rivisto con piacere) svariate pinte di Guinness all’Asino d’Oro.
- Parlare italiano senza troppo pensare a come tradurre battute ed espressioni intraducibili.
- La sorpresa sotto casa del mio migliore amico che non sapeva sarei tornato.
- Un sabato sera da urlo con regali e sorprese, e le facce di chi ci tenevo a rivedere. Solo una birra o una sigaretta insieme ed i mille discorsi rimarranno per sempre in me.
Un ringraziamento grande come la distanza Italia – Scozia ai lettori di questo blog e a chi mi ha detto “Non commento ma ti seguo”. Lo apprezzo tantissimo.
Ed anche un po’ di malinconia nel mezzo di tutto. Un abbraccio lungo lungo che avrei voluto continuare per essere felice un secondo di piu’, ma che ho interrotto troppo presto per soffrire un anno di meno.
Rivedere invece altra gente e la loro mentalita’ mi ha fatto invece rivalutare moltissimo le splendide persone che ho incontrato qui. Un’esperienza sotto questo punto di vista assai preziosa, dove i cliche’ crollano, gli stereotipi sembrano li’ per essere smentiti, ed ogni incontro ti puo’ regalare qualcosa di bello. O di brutto. Sicuramente di nuovo.
Passando a cose serie, in Italia ho riscoperto lo strumento che piu’ mi e’ mancato. Un oggetto odiato da bambino ma che imparto ad apprezzare col tempo. Un oggetto che ha segnato la mia vita italiana donandomi un senso di freschezza e di fiducia in me stesso (e nel prossimo) ineguagliabili. Avete gia’ capito? Mi riferisco a questo!
Ed ora, con il -2 di questa notte, e le Camille del Mulino Bianco che mi attendono a colazione, torno a guardare il mio futuro. Avevo forse troppo idealizzato il mio rientro in Italia, non vedevo l’ora di scoprire se Edimburgo mi sarebbe mancata, e da quello capire un po’ meglio questa avventura. Anche il confronto tra l’infelicita’ di lasciare tutti e la gioia di tornare qui e’ un duello che non ha ne’ vincitori ne’ vinti.
L’unica certezza e’ che ho considerato l’Italia la mia casa, ma che la mia vita per ora e’ in Scozia.
Un buon compromesso.
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